Aprire una agenzia di wedding planner

Il velo della sposa

Questione importante è quella del velo: chi sceglie di indossarlo non può non sapere queste poche cose. Intanto è buona norma indossare un velo semplice con un abito importante e, viceversa, uno elaborato con un abito più semplice. In questa maniera si valorizzeranno a vicenda. Il velo va fermato sui capelli della sposa all'inizio della parte alta e posteriore della testa stessa, con un pettine, delle mollette o con accessori decorati con cristalli, in maniera morbida e semplice. La sposa si presenta all'altare con il velo calato sul viso: è compito del padre (o di chi l'accompagna), alzarlo e riporlo con attenzione sulle spalle della sposa. Una volta sistemato, il padre bacia sulla fronte la sposa e la consegna allo sposo. Lo sposo non deve assolutamente baciare la sposa!!!! Alla fine della cerimonia, il velo può essere usato anche per proteggersi scherzosamente dal lancio del riso, ma una volta arrivati alla location del ricevimento, deve essere tolto e non più rimesso. Questa regola vale anche per il cappello. A presto!

La chiesa: come si sceglie, come si entra, come si esce & co.!!!

La scelta Stabilito che la cerimonia sarà con rito religioso, bisogna scegliere la chiesa. La cerimonia avviene nella parrocchia della sposa ma questo non è obbligatorio. Bisogna tenere conto del tono della cerimonia e del numero di invitati rapportando tutto questo alla capienza della chiesa. Se il matrimonio avverrà con sfarzo e con molti invitati, è indicata una grossa chiesa con tanti posti a sedere; viceversa questa scelta potrebbe creare una cornice deludente nel caso in cui tutto si svolga in tono minore.   Sarà comunque opportuno scegliere il luogo del ricevimento nelle immediate vicinanze per evitare che un giorno di festa si trasformi a tutti gli effetti in un penoso e stancante girovagare per gli sposi e gli ospiti. In ogni caso se si vuole celebrare il rito in una chiesa che non fa parte della propria diocesi, bisogna parlarne con il parroco che ha curato tutta la documentazione il quale si incarica di chiedere la relativa autorizzazione in Curia. Vista la complessità della scelta della chiesa, questa deve essere fatta con un congruo anticipo anche per evitare la brutta sorpresa che il giorno e l'ora desiderati siano stati già "accaparrati". Un anno è il minimo lasso di tempo necessario.     Il sacerdote Un'altra evenienza che si sta manifestando sempre più spesso è il desiderio di far officiare il rito da un sacerdote di una parrocchia diversa da quella di residenza o perchè c'è un rapporto di amicizia o perchè si collabora con lui. In questo caso si può chiedergli di celebrare il rito nella parrocchia di uno degli sposi oppure trasferirsi nella sua o scegliere una terza parrocchia. Tutti i permessi devono essere ovviamente a posto. Se il sacerdote si deve spostare dalla sua residenza abituale per questo avvenimento, può essere ospitato dalla famiglia della sposa oppure gli si può prenotare una camera di albergo avvertendo la direzione che il conto sarà pagato dalla famiglia della sposa.   Se viene invitato al ricevimento, il posto d'onore è il suo. Oltre all'offerta per la chiesa, può essere carino omaggiarlo di una bomboniera soprattutto quando si è legati a lui da un buon rapporto; certamente tale bombonierà non sarà uguale a quella degli altri invitati ma non deve essere necessariamente neanche il classico soggetto religioso. La scelta può orientarsi su un orologio da scrivania o un altro oggetto da scrivania, su una cornice, una penna, un portabiglietti da visita o su un qualcosa che comunque possa utilizzare.     L'entrata e l'uscita Lo sposo, secondo la tradizione anglosassone, in questo momento punto di riferimento per tutti, precede la sposa all'altare. In genere è accompagnato dalla madre a cui offre il suo braccio sinistro e dietro a lui entrano tutti gli invitati. Solo quando tutti sono in chiesa fa il suo ingresso la sposa. É bene però che la sposa non faccia aspettare troppo davanti agli inginocchiatoi il suo lui. La sposa entra al braccio sinistro del padre. É bene evitare l'applauso alla sposa. Chi la accompagna, la consegna, come gesto simbolico, al futuro marito, porgendo la mano destra della sposa nelle mani del futuro marito. Lo sposo la riceve e, se vuole, stringe la mano a chi la accompagnava. Se sono previsti i paggetti, precedono la sposa mentre le damigelle la seguono.   Se lo sposo non ha più la mamma, può essere accompagnato all'altare da una sorella o comunque da una parente a cui è particolarmente legato. La stessa cosa vale per la sposa; un fratello o uno zio o un altro parente a cui è affezionata sono egregi sostituti. Ci sono però altre soluzioni legate anche a tradizioni locali. Lo sposo per esempio aspetta la sposa sulla porta della chiesa, la bacia affettuosamente su una guancia e insieme si avviano all'altare, lei sempre alla sua sinistra. Questa può essere una scelta brillante quando esistono difficoltà evidenti nell'individuazione di chi deve accompagnare all'altare lui o lei o in casi di vincoli familiari particolarmente intricati in cui la sposa per esempio è più affezionata al patrigno che non al vero padre perchè è stata praticamente cresciuta dal primo.   Se tutto è avvenuto correttamente, la coppia davanti agli inginocchiatoi si ritrova con lei alla sinistra di lui; al fianco di ognuno si metteranno i rispettivi testimoni. Ovviamente anche i parenti di lui e di lei rispetteranno questa disposizione sistemandosi rispettivamente alle loro spalle; dietro a loro prenderanno posto gli amici.   A cerimonia conclusa e dopo le firme di rito la coppia si dispone in modo che lo sposo dia il braccio destro alla sposa. La coppia apre il corteo d'uscita, seguono i paggetti (ma questi possono anche precedere la coppia) e le damigelle, il padre di lei con la madre di lui, il padre di lui con la madre di lei. Ma tutto può essere semplificato alla sola coppia soprattutto quando manca uno dei genitori. Il corteo può essere accompagnato dalle note della Marcia nuziale. Sul sagrato della chiesa la coppia, accolta o meno da una pioggia di riso a seconda del volere della sposa, viene salutata e festeggiata da tutti gli invitati. La pioggia di riso è di buon auspicio ma è meglio comunque evitare scherzi di cattivo gusto che potrebbero compromettere il resto della giornata come l'eccesso di riso che impregna i capelli o come interi pacchetti gettati dentro la scollatura della sposa. Come al solito il buon gusto è anche sinonimo di equilibrio e di rispetto degli altri. Così sarebbe da evitare il lancio di confetti o di coriandoli che, essendo colorati, potrebbero sporcare il vestito della sposa in modo irrimediabile: essendo poi questi il simbolo del carnevale, e quindi del dio pagano (il diavolo), sarebbe meglio non utilizzarli mai in un matrimonio.   Questo momento della giornata è dedicato a ricevere gli auguri di tutti anche di quelli che non partecipano poi al rinfresco a cui perciò bisogna prestare particolare attenzione e magari trovare il tempo per fare qualche foto in più proprio con loro. É un momento che si può protrarre anche oltre il previsto soprattutto se gli invitati sono molti; sarà bene pensarci quando si programma la giornata. A questo proposito è bene riflettere accuratamente sull'ora della cerimonia. Il matrimonio celebrato nel pieno del mezzogiorno comporta quasi certamente un inizio del pranzo in orari veramente fuori posto.   Altra piccola raccomandazione: non si lesina un sorriso e una buona parola a nessuno a partire da questo momento, anche all'invitato che non va molto a genio, anche se le scarpe sono strette e la stanchezza avanza, anche se si vorrebbe essere altrove col proprio bene. Sono tutte cose su cui meditare molto bene nell'organizzare il proprio matrimonio perchè alla fine sia una vera giornata di festa e non una tortura.     La cerimonia e il libretto del matrimonio La cerimonia religiosa è un rito antico e solenne in cui tutti i gesti e le parole hanno un preciso significato. Non sono queste pagine, legate più che altro all'esposizione dell'etichetta e delle tradizioni, quelle più adatte per entrare nei dettagli. Basti solo questa riflessione. Anche la divisione del pane e del vino assume in questo caso specifico una valenza maggiore dei fondamentali valori cristiani che ognuno conosce: indica l'amore coniugale e l'impegno di mutuo aiuto che gli sposi contraggono. Un bel ricordo di questo momento, il più importante della giornata, è sicuramente il libretto della cerimonia che in genere ogni parroco prepara e distribuisce non solo agli sposi ma anche agli invitati. Nel tempo il riaprirlo comporta il rispolverare le letture scelte e le parole che il sacerdote ha scelto per commentarle.

Boutonnière o fiore all’occhiello che dir si voglia!

La boutonnière è il “fiore all’occhiello” che indosserà lo sposo nel giorno del matrimonio: si tratta di una piccola composizione di fiori, foglie e bacche che si appunta al bavero (revers) della giacca, sul risvolto sinistro, vicino al cuore. Da sempre la boutonnière è simbolo di raffinatezza, non a caso il fiore all’occhiello era originariamente appannaggio degli esponenti più importanti della casa reale. Il galateo prevede che lo sposo porti, fermato al bavero, una solo fiore, in tono con l’abito della sposa e il bouquet. Non di rado comunque la boutonnière è formata da più fiori e da un piccolo tocco di “velo da sposa”. Potrebbe inoltre risultare una cosa gradita preoccuparsi di fornire gli stessi fiori anche ad alcuni invitati: Per gli uomini (padre degli sposi – testimoni – parenti stretti e amici più cari) si intonerà bene la classica rosa bianca o una gardenia o comunque un altro fiore che riprenderà i colori del bouquet (purché diverso nelle dimensioni) da porre all’occhiello. Per le signore ( madri degli sposi – testimoni – parenti strette – amiche più care ) si potranno comporre dei piccoli bracciali, compatti e leggeri, simili ma in contrasto nei colori e nelle tonalità con il bouquet della sposa. Piccola guida pratica per posizionare la boutonnière 1 Posizionate la boutonnière sul bavero sinistro della giacca così che la base del fiore o fiori si posi sull’asola, non inserite il gambo nell’asola deve rimanere sopra l’asola ed estendersi leggermente verso il basso. 2 Tenete fermo il fiore con una mano e aggiustate l’angolo della boutonnière, fermatela con una spilla da dietro il bavero. 3 Inserite la spilla sotto l’asola da dietro il bavero della giacca, fermate lo stelo del fiore e richiudete la spilla attraverso la stoffa sulla parte coperta del bavero. 4 Controllate il fiore all’occhiello dopo averlo fermato, se necessario ruotate con delicatezza il fiore sul bavero per dargli l’inclinazione desiderata. Dovreste riuscire facilmente ad aggiustare il fiore dopo averlo spillato se fosse troppo storto dovrete ripetere tutta l’operazione dall’inizio.    

Come personalizzare un tovagliolo

E' oggetto del corso, la realizzazione di piccoli allestimenti personalizzati, come quello di confezionare un tovagliolo del colore scelto dalla sposa come filo conduttore delle nozze! Buon divertimento! http://youtu.be/FXK7iAMkO4k

Il tigth

Il tight o il mezzo tight senza code lunghe, è un abito da cerimonia che va indossato solo di giorno, o entro le 18.00. Inoltre è regola da osservare che la sposa abbia l'abito bianco, il velo ed uno strascico lungo. Si può utilizzare anche solo per la cerimonia avendo l'accortezza di cambiare i pantaloni per il ricevimento se di sera, utilizzandone un paio identico alla giacca. Altro accorgimento fondamentale: se lo sposo indossa il tight, altrettanto dovranno fare i testimoni, il padre e il suocero! Questo è obbligatorio!!!   E' così composto Giacca  Di colore nero o, preferibilmente, grigio antracite che fascia ai fianchi, possiede un solo bottone, è corta davanti e ha due code lunghe che arrivano morbide fino al polpaccio, finendo in due falde larghe.   Pantaloni  In “cheviot” di lana grigia spinata e a righine (lievemente gessati) dal taglio dritto e rigorosamente senza il risvolto in fondo.   Bretelle In raso grigio perla con passanti da abbottonare alle tre coppie di bottoni all'interno dei pantaloni.   Panciotto  In raso monopetto o doppiopetto oppure in panno leggero. Il colore è grigio chiaro oppure buff, cioè una via di mezzo tra il giallo ed il beige. Quest'ultimo è il più tradizionale, mentre il grigio perla è il più usato oggigiorno. Meno tradizionali ma più amati tra i giovani sono i gilet in seta colorata.   Camicia  Bianca in cotone con gemelli ai polsini che devono sporgere dalle maniche della giacca di almeno due centimetri. Il collo della camicia rigido inamidato e a punte ripiegate è, oramai, desueto: è certamente preferibile un colletto tradizionale.   Cravatta  Ideale quella a plastron fermata da una spilla o perla. Ammissibile anche l'ascot, sempre fermato da una spilla. Ammessa, ma più informale, una cravatta semplice di seta elegante annodata alla "Windsor” in modo piuttosto alto (3 centimetri), con l'accortezza che il bordo del colletto resti visibile.   Calze  Sono di colore nero o grigio scuro in cotone o in filo di scozia purché rigorosamente lunghe.   Scarpe  Nere lisce, di vitello opache, non eccessivamente lucide e mai di modello "mocassino".   Orologio Ideale è quello da taschino, piatto e non eccessivamente voluminoso; alla catena è d'uopo apporre un pendente di gusto fine. Se da polso, da preferire lo stile vintage, rigorosamente solo con piccoli secondi ad ore 6. Oro giallo o platino, cinturino in coccodrillo.   Altri accessori  Il classico fiore all'occhiello (da scegliere tra il garofano bianco, la gardenia, o la classica camelia); la pochette bianca o grigia; altrettanto indispensabili sono altresì i guanti grigi in pelle di cervo e il cilindro di colore più spesso grigio, ma anche nero, nonché un bel bastone da passeggio preferibilmente del tipo a pomolo prezioso.

Aprire una agenzia di wedding planning: il nome ed il logo.

Quello del nome da dare alla nostra nuova azienda è un discorso davvero delicato. Sembra una banalità, ma se il nome che vi piace (ad esempio wedding planner) è gia presente in un dominio internet (per esempio: www.weddingplanner.it), beh, vi do un consiglio, lasciate stare.... Il 70% delle persone che vi cercheranno, lo faranno su internet, e sapete cosa scriveranno su Google? Si, scriveranno Wedding Planner, e voi se andrà bene, uscirete nei risultati di ricerca alla pagina 4573... e non vi troveranno mai!!!! Vi sconsiglio i nomi in lingua straniera, la gente fa fatica a capire, ed in Italia le lingue servono solo per leccare il gelato!!! Detto questo, se come noi vivete in un mondo di eventi, beh, anche voi vi chiamerete mondoeventi! Ma siccome la gente non è originale, dopo di noi ne sono nati almeno altri 10.... mica vorrete essere gli undicesimi? Siate originali, descrivete nel nome quello che farete in maniera sintetica, usate il vostro nome e cognome solo se siete straconosciuti e apprezzati, altrimenti, meglio nomi di fantasia! Se vi piacesse "I fiori di Arancio", vi direi che è un nome molto bello ed evocativo, ma l'80% penserebbe che vendiate fiori per compleanni e per funerali, oltre che per matrimoni! Per cui... lasciate stare i fiori! Pensateci, parlatene a voce alta, fate un brain storming con le persone giuste, e quando pensate di avere una rosa di nomi interessante, chiedete un parere a vostro nipote di 6 anni, vostra madre di 60 e vostro nonno di 80. Vi daranno dei bei chiarimenti! Nome breve, magari una sola parola, magari musicale. Non è facile, ma se vi arrenderete a questo livello di difficoltà, quando arriveranno i problemi veri, sarete finiti! Per cui, forza e coraggio, e troviamo questo nome!             Un logo è per una azienda, quello che per una persona è la faccia. E’ la prima cosa che si vede, e, come per le persone, in quei pochi attimi, ci si gioca quella buona percentuale di empatia che si riesce a tramettere! E’ per questo che lo studio di un logo non deve essere affidato al caso. La cosa migliore sarebbe un brain storming con un esperto di grafica e che possibilmente abbia buon gusto: ci si deve chiedere cosa si voglia trasmettere, quale messaggio deve essere veicolato con precisione ai nostri futuri clienti, senza dimenticare chi siamo e cosa facciamo. Bisogna capire quali sono le parole chiave, e trasformarle in oggetti! Per un organizzatore di eventi le parole chiave potrebbero essere dinamicità, semplicità nell’esecuzione, ricercatezza, lusso, sogno e così via. Allora come trasformarle in un logo? Le linee base da seguire sono queste: che il logo sia leggibile sia a colori che in bianco e nero, che sia ridimensionabile senza che perda di chiarezza e leggibilità, che se composto da lettere e disegni, anche se utilizzate separatamente, possano essere in qualche modo riconoscibili e riconducibili all’azienda. Un esempio di due loghi “perfetti”? La mela morsicata di Apple e il baffo di Nike. Anche la loro storia vi farà capire del perché possano essere definiti perfetti. Un unico consiglio: studiate un logo con la mente libera, non prendete spunti, non copiate nè tantomeno copiate un pò di qua ed un pò di là. Fate un bozzetto a mano delle idee che vi vengono in mente, un bravo grafico nel giro di qualche ora vi darà un risultato!